Famiglie fragili e adolescenza

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Nella popolazione della nostra realtà metropolitana sempre più sta emergendo un concetto di svantaggio allargato, un’area grigia che pur non  considerandosi al di sotto della soglia di povertà, tutelata dallo stato o comunque riconosciuta come oggetto di tutela, sta diventando sempre più portatrice di un disagio diffuso.


L’impoverimento del cosiddetto ceto medio non si riferisce unicamente al versante economico, ma affonda le radici in una sempre più crescente incertezza verso il futuro, nell’instaurarsi di legami fragili e instabili, nella mancanza di una rete parentale di sostegno, nella solitudine dei nuclei famigliari, nell’incapacità di sostenere la velocità delle trasformazioni tecnologiche e sociali o nella mancanza di strumenti di conoscenza e di orientamento così tipica delle grandi realtà metropolitane. Tutto ciò determina un senso di smarrimento e profonda inadeguatezza che, se non colto in modo preventivo, può sfociare in un profondo malessere.

Dalle ultime ricerche effettuate sui bisogni e le difficoltà percepite dalle famiglie, che il Centro Famiglie La Cordata segue, un passaggio cruciale è rappresentato  dall’adolescenza dei figli in un’età che spazia da un inizio  sempre più  precoce (13 anni circa) e  un sempre più ritardato termine (26- 28 anni).

I genitori spesso si interrogano, in dolorosa solitudine, su come poter aiutare i propri figli a crescere e a superare quel passaggio delicato e rischioso della vita in cui è necessario affrontare le difficoltà e gli ostacoli che si incontrano all’interno di un inevitabile percorso di separazione, cercando,  spesso inutilmente, di trovare risposte adeguate da fornire ai ragazzi.

I ragazzi, dal canto loro, si affacciano molto precocemente all’adolescenza, dotati di tutti quegli strumenti di comunicazione e di mobilità (cellulari, computer, motorino) forniti da un mondo adulto che sempre più li vuole autonomi, indipendenti e disponibili a interagire con successo con i loro pari, con gli insegnanti o con altre figure di riferimento. Molto frequentemente a questi strumenti/oggetti esterni non corrispondono gli strumenti o le risorse interne necessarie alla costruzione e al mantenimento di relazioni soddisfacenti e mature e spesso ai ragazzi vengono a mancare  quei riferimenti adulti utili per effettuare quel necessario passaggio ad una nuova fase della loro vita.

L’adolescenza diventa quindi un lungo periodo di vita che si protrae sino alla difficoltosa entrata nel mondo del lavoro, entrata che sempre più, a causa anche di mutate e sempre più incerte condizioni economico/sociali, avviene in modo disarticolato, precario e discontinuo.

I genitori finiscono così col  sentirsi isolati e sempre più impreparati  ad essere un necessario riferimento e per poter sostenere i  propri figli in un così complicato periodo della loro vita.

Autore: Dott.ssa Annamaria Migliore