Quando i genitori si separano
Quando i genitori si separano i figli talvolta soffrono in silenzio, perdendo la speranza nel futuro. A volte riescono ad aprirsi con i nonni, con i genitori dei loro amici o con i loro compagni di scuola. Emblematica questa lettera di una ragazzina dei primi anni delle superiori.
Caro Martino. Forse ti sembrerà strano ricevere una lettera, e per di più da parte mia… Ho parlato con mia mamma, lei mi ha raccontato dei tuoi genitori, sai? Ecco, io capisco come ti senti. Magari fai finta che non t’importi niente, ma queste cose ti lavorano dentro e ti fanno male. Io ci sono passata. Mi ci sono voluti due anni per capire che mi sentivo in colpa: avevo paura di essere la causa del divorzio dei miei, ma non volevo nemmeno ammetterlo con me stessa. Per cui non sapevo dove cercare, e le mie reazioni sono state strane. Rabbia, chiusura, grandi fughe in un mondo immaginario (e poi c’era il mio diario: non parlavo, no, ma scrivevo tutto il pomeriggio, forse è per questo che mi viene così facile). Poi, be’, ma tu mi devi promettere che non parlerai con nessuno di queste cose, vero? Sara mi è stata vicina. Sara era dolce, lo so che voi dite che sembra una bambina di cinque anni col ciuccio in bocca, ma lei ha il dono delle cose semplici. Lei riusciva a stare con me. È strano, anch’io a volte ho pensato che fosse una bambina, ma i suoi occhi sanno essere quelli di una madre. Lei mi ha guidato fuori dal tunnel senza dirlo esplicitamente e senza farsene vanto. Piano piano ho ricominciato a parlare. Ho ricominciato a capire. Ora sto cominciando ad accettare. Perché la famiglia è importante. Non lo dico come un politico in campagna elettorale, anzi, al contrario, mi sono accorta che molta sofferenza deriva dal sentirsi diversi dai modelli che ci vengono proposti. Ognuno ha la sua. Che sia mulino bianco, mulino nero, o solo una nonna energica, qualsiasi cosa. Noi cresciamo, e dobbiamo essere in pace con chi ci ha tirato su e continua a farlo. Dobbiamo – anche – guardare in faccia la realtà. I genitori sono persone, sbagliano, ma a volte è meglio così, perché sono più vere, chissà, di quelle che fingono di non sbagliare mai. Non te lo dico per insegnarti una lezione. Tino, tutti hanno bisogno di parlare. Se vuoi parlare con me io ci sono. Oppure parlane con Federico. O qualcun altro. Chiedere aiuto è un vero atto di coraggio, molto più che fare finta di non averne bisogno.
(Nicola Balossi da “A ciascuno la sua. Racconti e ritratti di famiglie”)