Disturbi specifici dell’apprendimento. Riflessioni sul film “Stella sulla Terra”

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“Stelle sulla terra” è un film del 2007 diretto da Aamir Khan. Ambientato in India, racconta la storia di un bambino di nove anni, Ishaan, e delle sue difficoltà nel rispondere alle richieste dell’ambiente scolastico.

Ishaan fa molta fatica a scuola. Pur essendo sveglio e curioso, non riesce a leggere e a scrivere correttamente, si distrae durante le spiegazioni e sembra dimenticare tutto quello che studia. Ciò provoca lo sconcerto e la rabbia di insegnanti e genitori che, rimproverandolo, lo accusano di scarso impegno.
 Ma non è questa la causa degli insuccessi di Ishaan.

Il bambino è infatti affetto da un Disturbo Specifico dell’Apprendimento, cosa che gli impedisce di imparare  seguendo le modalità tradizionalmente proposte dalla scuola. Ishaan è disperato: non riesce a spiegarsi perché, nonostante i suoi sforzi, non riesce a fare ciò che per tutti gli altri bambini sembra naturale. Nessuno degli adulti che lo circondano sembra in grado di comprendere le sue fatiche, né la profondità del suo dolore.
 Ci vorrà un insegnante che, guardando oltre le apparenze, riuscirà a dare un nome alle difficoltà di Ishaan, insegnandogli dei modi alternativi e non convenzionali per imparare, ma soprattutto, aiutandolo a credere di nuovo in se stesso. Il film fornisce numerosi spunti interessanti per tutti e pone alcune importante domande.

“Le chiedo quale sia il problema e lei mi descrive i sintomi”. Non è sufficiente saper individuare e riconoscere nei ragazzi i “sintomi” più evidenti. Occorre anche comprenderne il significato; saperne prevedere le possibili interazioni con altre abilità e in altri ambiti per costruire progetti di intervento validi e realmente incisivi; conoscere e saper utilizzare i metodi, le tecniche e le strategie elaborate dagli esperti del settore.

Un altro aspetto importante è saper comunicare con gli altri attori in gioco. Primo fra tutti il bambino, sapendo cogliere le sue paure e i suoi dubbi, a volte inesprimibili, per trovare ogni volta il modo adeguato per aiutarlo a comprendere l’esperienza che si trova a vivere. Poi gli insegnanti: dialogare con loro, aiutarli a vedere dietro i “sintomi” le difficoltà, ma anche
le risorse dei ragazzi. Infine i genitori.

“Perché proprio a mio figlio?”. Questa è la domanda che affligge tutti i genitori di figli con
DSA e che può suscitare una gamma di emozioni e reazioni contrastanti che vanno dalla negazione (“mio figlio non ha nessun problema, è come tutti gli altri”), allo sconforto (“come farà a confrontarsi con il mondo?”). Stabilire un’alleanza coi genitori è condizione imprescindibile per avviare qualsiasi intervento, terapeutico.

“Pensano in maniera diversa, il mondo ha cercato di ostacolarli ma loro ne sono usciti vincenti”. Sfortunatamente non sempre un Disturbo dell’Apprendimento si accompagna a delle straordinarie doti creative, come quelle di Ishaan o del suo maestro. Come terapeuti è nostro dovere far scoprire ai nostri ragazzi le proprie potenzialità, valorizzandole e potenziandole.
Parimenti, siamo chiamati a porre ciascuno davanti ai propri limiti, a saperli rispettare, sfidare, ma anche accettare.

“Avere cura è molto importante: è questo il segreto della guarigione” . Nessuna conoscenza  “tecnica”, per quanto all’avanguardia e innovativa, è efficace se non all’interno di una relazione di cura.

Autore: Dott.ssa Elena Mantegazza