Tempo di bilanci
“Sono finito a lavorare in banca come mio padre, racconta un genitore di un adolescente, mi sembra di aver smarrito i miei ideali e mi sento chiuso dentro uno spazio ristretto. Di tanto in tanto penso a cosa potrei fare di diverso, ma ho un figlio da mantenere per molti anni ancora e con la crisi economica attuale è difficile rinunciare a un reddito certo.
L’adolescenza dei figli inizia e si svolge di solito in un tempo della vita in cui mamma e papà iniziano a fare bilanci, a prendere atto della fine della giovinezza alle prese con genitori che invecchiano, non più in grado di dare una mano al ménage familiare. Come gli adolescenti, anche loro sostano in una terra di mezzo, in bilico tra le responsabilità verso genitori anziani e figli non ancora autonomi, tra la routine del lavoro quotidiano e il desiderio di riprendere in mano la propria vita e di aprirsi a nuove progettualità. Prossimi alla “rottamazione”, oppressi da scelte esistenziali non sempre soddisfacenti, alcuni adulti guardano con un po’ di invidia e nostalgia ai giovani, fragili e irrequieti ma certamente più liberi e spensierati, protagonisti di un tempo della vita in cui tutto sembra ancora possibile. Alcuni, centrati totalmente sui figli e sui progetti che li riguardano, stentano a ridisegnare un rapporto coniugale oltre che genitoriale; altri vivono tra continui contrasti senza separarsi, apparentemente per non recare sofferenza ai propri figli; altri ancora instaurano nuovi legami, portando dietro di sé il peso della colpa per le inevitabili lacerazioni che ritengono di aver provocato.
Una volta liberati dall’onere della cura quotidiana dei figli, per non gravare sulla loro vita sembra necessario riprendere in mano i fili della propria esistenza e crearsi nuovi interessi.
Una madre suggerisce: Tornare a essere registi della propria vita è uno sforzo che si deve fare anche per migliorare la relazione con i propri gli e per trasmettere loro l’idea che la vita valga la pena di essere vissuta. A parte il solito cinema e ristorante, si può scoprire l’amore per la danza, per il movimento del corpo, dopo anni di vita sedentaria, il piacere di una giornata passata all’aperto a seminare fiori nella casa di campagna. Bisogna uscire dalla “propria roulotte”, frequentare vecchi amici e incontrarne di nuovi.
E’ importante trovare luoghi di confronto anche con altri genitori da cui attingere nuove energie e dove le emozioni come il rimpianto, la delusione, il senso d’impotenza e di colpa non costituiscano più una zavorra eccessivamente pesante da portare e trasferire ai propri figli.
Autore: Dott.ssa Annamaria Migliore